"gli alberi si feriscono?"

sab 20 febbraio 2016

MA GLI ALBERI SI FERISCONO?...E COME SI CURANO?

 

Molti appassionati si chiedono spesso se un albero si possa ferire.

In un certo senso cercano di spiegarsi se un albero possa subire una ferita proprio come un essere umano.

La risposta è senz’altro si e, purtroppo, spesso la lesione è inflitta da noi con le nostre attività quotidiane.

La cosa però diversa rispetto a noi umani è che gli alberi non possono cicatrizzare le ferite.

Questo concetto può risultare difficile da comprendere ad un semplice appassionato , ma è giusto che venga assimilato perché aiuta a capire quanto gravi possano essere le conseguenze anche di una piccola ferita subita da una pianta.

La parola giusta per definire la reazione degli alberi ad una ferita è COMPARTIMENTAZIONE.

A prima vista può risultare complicata o difficile come parola, ma se ci pensiamo rende bene l’idea delle azioni che gli alberi mettono in atto dal secondo successivo in cui subiscono una ferita.

Come ha scoperto e spiegato il grande studioso di alberi americano Dr Alex Shigo, gli alberi attivano 4 barriere che cercano (teoria del CODIT), in una lotta contro il tempo e l’aggressività dei patogeni, di “confinare” in uno spazio il più limitato possibile i danni da lesione.

Questo quindi non significa che la ferita viene “rigenerata”, ma solo coperta, limitata.

L’albero non può rifare nuovi tessuti che vanno a sostituire quelli danneggiati, ma può crearne di nuovi che vadano a ricoprire la lesione isolandola dall’esterno, ma deve essere chiaro che la lesione è permanente.

Questo è fondamentale per farci comprendere di quanta attenzione dobbiamo porre quando ci approcciamo ad un albero, specialmente se molto giovane.

Ad esempio in un parcheggio il solo urtare con l’auto in manovra un giovane alberello può comprometterlo per sempre, è vero che essendo giovane la reazione alla ferità sarà più vigorosa e veloce, ma è altrettanto vero che per tutta la sua esistenza quella ferità gli rimarra’.

Altra considerazione che bisogna fare è che quando la ferita viene inflitta viene subito attaccata ( se ci sono le giuste condizioni di temperatura) da agenti patogeni fungini.

Se l’attacco dei funghi ha successo, l’albero deve contrastare questa azione di danneggiamento del legno da parte di questi funghi cariogeni, di conseguenza, per pur veloce possa essere la reazione della pianta, un danno ci sarà sicuramente e sarà PERMANENTE.

Non aiutano, anzi, peggiorano la situazione i cosiddetti mastici cicatrizzanti ( alla luce di quanto ha scoperto la scienza già nel loro nome si capisce che non si basano su concetti sperimentati), mantenendo il livello di umidità alto sulla superfice della ferita favoriscono il comparire di funghi cariogeni.

La chiusura del ciclo sarà nel migliore dei casi una cavità piccola o grande che sarà comunque un punto di rottura e debolezza nella struttura albero.

Anche questo dato ci deve far riflettere: le ferite che volontariamente ( errata potatura) o involontariarmente infliggiamo ad un albero , innescano una catena di conseguenze che a distanza di anni si possono rivelare determinanti per la sicurezza e la stabilità dell’albero in oggetto.

Altra cosa su cui va posta molta attenzione è che tutto quanto detto sopra lo si può altrettanto affermare anche per le radici.

Ebbene si, le radici si comportano esattamente come la parte aerea dell’albero e quindi vanno trattate con la stessa cura e attenzione.

Bisogna quindi porre massima attenzione quando si fanno scavi in prossimità degli apparti radicali.

La tecnologia ormai offre tutte le soluzioni per danneggiare il meno possibile le radici: scavi ad aria, protezioni radicali, tecniche di trapianto etc. etc.

Questo non deve farci pensare che gli alberi non vadano potati o gestiti, ma dobbiamo assimilare il concetto che la potatura è comunque un danno: farla correttamente e nei corretti periodi rende questo danno più piccolo possibile.

Quindi assolutamente da evitare capitozzature o tagli troppo grossi in genere e allo stesso modo evitare certi periodi dell’anno per potare: Marzo /aprile/maggio per la delicatezza dei processi in atto in un albero in questi mesi ed Ottobre per due motivi : gli alberi in questo mese immagazzinano le ultime energie prima di perdere le foglie e poi perché le temperature sono ancora abbastanza alte e permettono l’aggressività delle spore dei funghi cariogeni.

Quindi la prossima volta che ci approcciamo ad un albero proviamo a riflettere su come sia perenne una ferita, anche piccola, subita da un albero e poniamoci con la giusta cautela.

 

Stefano Lorenzi

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